Si è concluso con una festa di colori, sapori e idee lo scambio giovanile (#YE) targato HRYO e dedicato al cambiamento culturale. Lo scambio, realizzato con il supporto di Erasmus+ e Agenzia Nazionale per la Gioventù, era stato denominato “Siamo ciò che mangiamo”, per identificare fin dall’inizio come il cibo – sotto il profilo culturale e sociale – rappresenti un efficacissimo vettore di inclusione e di cambiamento.
Ed effettivamentge “Siamo ciò che mangiamo” si è rivelata un’esperienza di apprendimento multiculturale per i partecipanti provenienti da contesti diversi. Molte – nonostante il tempo risicato, dal 22 al 28 ottobre -, le attività non formali poste in essere, ma tanto pure il lavoro di squadra che ha valicato le frontiere, anche culturali.
I partecipanti si sono confrontati sul cambiamento sociale necessario per lavorare in modi più sostenibili e la sensibilizzazione per applicare questi miglioramenti nella vita di tutti i giorni.
Fondamentale l’approfondimento delle problematiche nutrizionali e lo studio di come migliorare le proprie competenze lavorative ed eco-solidali. Le tematiche hanno riguardato prevalentemente il rapporto tra la cucina e l’ambiente nel contesto lavorativo e con la natura.
Oltre alla capofila HRYO, sono state coinvolte altre quattro organizzazioni: AUTONOMIA E DESCOBERTA CRL dal Portogallo; Förenad Jämlikhet Sweden dalla Svezia; Associazione giovanile bulgara della Bulgaria; Work Experience Agency Ltd dall’Irlanda.
Ogni organizzazione ha messo a disposizione 5 partecipanti per un totale di 25 persone: coinvolti giovani tra i 18 e i 25 anni in grado di comunicare in inglese.
Soddisfazione da parte di HRYO: “Abbiamo lavorato molto intensamente, attraverso diverse tecniche di educazione non formale come la collaborazione, il brainstorming, la sperimentazione, il lavoro di squadra e le attività di apprendimento, però il risultato crediamo che sia davvero notevole”, ha affermato il presidente di HRYO, Marco Farina, che ha aggiunto: “Creare movimento tra i ragazzi, seguendo le competenze acquisite e condividendo tutte le esperienze in un ambiente sicuro e familiare, questo è un modo sano e concreto per promuovere lo sviluppo delle competenze civiche e della cittadinanza attiva europea rafforzando la rete internazionale di organizzazioni e attivisti impegnati nella tutela dell’ambiente”.
Il progetto mirava ad approfondire la conoscenza sul tema della sostenibilità e fornire strumenti per sviluppare un lavoro partendo da una passione e imparare a farlo in sicurezza.
Inoltre, il progetto si è concentra anche sull’attivismo, poiché lo scambio prevedeva anche l’attivazione dei giovani attraverso strumenti di advocacy e campagne di promozione.