Human Rights Youth Organization

11986474_1040884585944327_3180950824883214971_nDal 15 al 22 settembre, l’associazione H.R.Y.O. Human Rights Youth Organization ha ospitato a Palermo tre gruppi di giovani provenienti da Polonia, Bulgaria e Grecia insieme a un gruppo di ragazzi italiani, nell’ambito di un progetto europeo finanziato dal programma Erasmus Plus, dal nome D.U.E : Democracy in E.U.

Nella cornice dei giardini che circondano la Zisa e Villa Trabia e nel cuore del centro storico tra il Teatro Massimo e il Politeama, i partecipanti hanno incontrato nuove culture e si sono confrontati sui temi della democrazia e dell’immigrazione. La realta’ del capoluogo siciliano ha reso ancora piu’attuali queste tematiche: la questione degli sbarchi e la gestione degli immigrati sono all’ordine del giorno insieme alle difficolta’ dei paesi europei di trovare il modo di cooperare insieme per trovare una soluzione condivisa.

L’approccio dell’educazione non formale, le attivitá di gruppo alternate ai role play hanno dato ai ragazzi la possibilitá di esporre le proprie idee e opinioni, confrontandosi con quelle di altri giovani europei della loro eta. L’obiettivo è stato quello di stimolarli ed aiutarli ad interrogarsi e dare un’interpretazione agli eventi che accomunano ciascun paese di origine.

I giovani partecipanti di ciascun paese, oltre alle numerose attività finalizzate al confronto e all’integrazione, hanno potuto organizzare delle serate culturali per mostrare alcuni aspetti dei rispettivi paesi, servendosi della proiezione di video, della realizzazione di quiz e della degustazione di alcuni cibi e liquori locali.

Giorno per giorno sono stati creati degli spazi di valutazione sulle giornate concluse ed in particolare nella giornata conclusiva dello scambio lo staff di H.R.Y.O. ha dato la possibilitá a ciascuno di poter valutare i precedenti giorni di lavoro e mettere in luce eventuali criticita’.

 

Al fine di mostrare ai partecipanti esempi concreti della realtà della città di Palermo e dell’impegno di associazioni e singoli individui nel far fronte all’emergenza migranti, e’ stata poi organizzata una visita guidata presso il Centro Astalli, un centro di accoglienza per immigrati, richiedenti asilo e rifugiati, dove alcune volontari hanno spiegato come avviene l’accoglienza e quali sono i servizi da loro offerti. Presso il locale Moltivolti a Ballarò c’è stato un incontro con Yodit Abraha, una volontaria di origini etiopi che da oltre trent’anni anni vive in Italia, e responsabile di uno SPRAR, servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che ha parlato della quotidianeità del suo lavoro, del modo in cui vengono gestiti gli sbarchi e l’accoglienza, e ci ha raccontato alcune storie drammatiche di migranti in fuga da paesi in cui non viene garantito alcun diritto.

Infine, Giovanni Zinna, proprietario del Moltivolti, da tempo coinvolto in diverse attivitá con i migranti, ha descritto il suo lavoro e ricordato come l’integrazione sia ovunque possibile e possa portare al raggiungimento di ottimi risultati.

 

 

I giorni dello scambio hanno coinciso con un evento importante per l’associazione H.R.Y.O., il Meet Me Halfway Festival, organizzato ogni anno allo scopo di promuovere l’integrazione tra le diverse realta’ che vivono nella città di Palermo, e al quale anche i giovani dello scambio hanno contribuito con la loro presenza e partecipazione.

 

Quest’anno il Festival ha avuto luogo nel quartiere Z.E.N. e ha visto la partecipazione di diverse associazioni, che hanno contribuito alla riuscita dell’evento organizzando attività di vario genere, capaci di coinvolgere sia i bambini del quartiere che gli adulti.

L’attività più importante organizzata all’interno del Festival è stata un contest di cucina internazionale, che ha visto il diretto coinvolgimento di alcuni ragazzi dello scambio che hanno presentato alcuni piatti tradizionali dei loro paesi di origine, di donne del quartiere ZEN e di donne migranti.

 

E’ stato bello vedere come tutte queste persone, così diverse tra loro, provenienti da luoghi così lontani e con background culturali così eterogenei, siano riuscite a collaborare per la realizzazione di questo evento ed assicurarne il successo.

La diversità va coltivata con amore perché è una fonte di ricchezza inestimabile.

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